Ci sono paure davvero incomprensibili che nascono senza un effettivo motivo e che ci caratterizzano come avere gli occhi azzurri o castani.
Per me avere paura delle balene è stata fino ad ora una sensazione ricorrente, non perché io tutti i giorni abbia a che fare con questi enormi mammiferi ma perché volente o nolente spesso me li trovo davanti. Ed anzi, a quanto pare più mi spaventano e più le attiro a me.
Ognuno di noi ha delle personali paure che vengono anche comunemente chiamate fobie... le mie sono I BUCHI, LA FOLLA E LE BALENE. (Vi prego, se avete delle fobie più strane delle mie elencatele perché sono troppo curiosa di conoscerle)
Tralasciando le altre due bisogna dire che vivendo in una località di mare non è poi così difficile incappare in questi incontri ravvicinati con questi enormi animali.
La mia prima esperienza risale a circa 30 anni fa quando una mattina si sparse la voce del ritrovo in prossimità del porto della mia città di un gigantesco pesce marino. Mio padre incuriosito dalla cosa decide di andare a vedere ed io bimba molto coraggiosa lo seguii sulla banchina sporgendomi per cercare il pesciolino... peccato che questo fosse più grande di una barca. Credo che la mia fifa sia partita proprio da quel giorno e da quel momento così significativo dell incontro... io piccola mocciosetta di 5 anni, lei grandissimo, infinito animale sconosciuto. Mi sembra di averlo ancora davanti agli occhi visto che quell immagine me la porto dietro da una vita.
Ma perché non replicare?
Ed ecco che arriva la seconda volta durante un altra passeggiata domenicale in pieno estate. Lei è lì, arenata sulla spiaggia ed io sono li che la guardo e mi domando come possa essermi fatta impressionare da un normale elefante quando celato agli occhi dell uomo vive un essere altrettanto enorme. E la mia fobia esplode; solo sentirne parlare mi accappona la pelle, mi fa venire la nausea e mi fa pregare in aramaico di non avere più l occasione di ripetere l esperienza.
Ma no, le preghiere non funzionano ed in viaggio in Grecia eccone sbucare un altra in un museo marittimo; è piccola ed imbalsamata ma a me fa una paura pazzesca e ne tengo le distanze come evitassi la peste.
L ultima però mi ha cambiato la vita. Si, perché l ultima l ho guardata negli occhi e questi hanno inciso il mio cuore.
Il 17 Novembre su una spiaggia poco lontano da casa mia è stato trovato da alcuni pescatori un balenottero maschio di circa 17 metri adagiato in ormai avanzato stato di decomposizione.
L'ipotesi più probabile è che abbia avuto una collisione con una nave di linea che le abbia appunto tolto la vita considerando anche che si tratta di un esemplare molto giovane che in età adulta raggiunge i 26 metri e che quindi sarebbe improbabile (anche se non impossibile) una morte per cause naturali.
Anche qui la voce si sparge a macchia d olio e sapendo di quanto sia raro poterne vedere uno da vicino decido di farmi coraggio e portare mio figlio perché credo possa essere importante per lui conoscere anche questo tipo di animale.
Già ad una distanza di circa 50 metri si capiva la grandezza e questo per me non era qualcosa di incoraggiante.
Arrivati sul posto il tanfo che ti dava il benvenuto era qualcosa di agghiacciante al punto da utilizzarlo come ottima scusa per non avanzare più di tanto e guardarlo ad una certa distanza; ovviamente i bambini sono dei campioni nel mettere i bastoni tra le ruote e mio figlio non è diverso dagli altri decidendo quindi di insistere nell avvicinarci alla recinzione che delimitava la carcassa. E' stato un momento di confusione dove non capivo cosa facessi li, non ricordavo più il mio nome e mi chiedevo perché fossi al mondo.
Quella vista era troppo impegnativa per i miei poveri occhi e per i miei poveri nervi ma c è anche di peggio nella vita... TUO FIGLIO CHE DAVANTI ALLA MASSA PIANGE PERCHÉ NON LO PORTI DAVANTI AL MUSO DELLA BALENA.
Ed ecco che tutti quegli stronzi con il piede sulla sua pancia si girano a guardarti pensando che devi essere davvero una mamma snaturata per far piangere la creatura e non accontentarlo in ciò che loro sicuramente considerano una cazzata.
Ma per me è fatica e le mani cominciano a sudare, la bocca si asciuga ed io sono confusa, non so neanche dove sto mettendo i piedi perché la mia testa è tutta concentrata sulla paura. In più si avvicina un signore che mi dice: "guardi che può tranquillamente far avvicinare il bambino, non lo faccia piangere"; fossi in quel brav'uomo non mi azzarderei mai più ad impicciarmi nell angoscia di una donna presa dal panico, alcuni ci hanno lasciato le penne per molto meno.
Sta di fatto che tutti mi guardavano e per evitare che chiamassero gli assistenti sociali ho preso coraggio e sono andata.
Ho incontrato quel muso e quegli occhi ed è stata come un epifania...
Nonostante la stazza mi è sembrato d avere davanti un bambino addormentato, con le palpebre dolcemente socchiuse ed il mento appoggiato per non cadere.
Quegli occhi... oddio quegli occhi... non saprei neanche come descriverli per farvi capire quanta tenerezza si celava in quelle palpebre abbassate.
Mi si stringe il cuore ancora adesso a pensare quel momento e quegli occhi.
Ovviamente mio figlio non è un tipo che si accontenta di poco e continuava a piangere perché voleva addirittura salirci sopra...roba da matti. Praticamente solo la bocca era quanto lui.
Peccato che quel magnifico esemplare sia stato abbandonato in balia delle onde fino ad oggi.
Il mare, gli uccelli ed i pesci hanno bacchettato di gusto su quel povero corpo e dopo più di due mesi, mentre i vari comuni rimbalzavano la palla su chi dovesse sborsare 32 mila euro per portar via la carcassa, ciò che ne rimane è davvero un ben misero piatto visto che non solo la polpa si è praticamente sciolta ed è comparso lo scheletro, ma anche quest'ultimo sbatacchiato dalla marea ha perso per sempre qualche osso.
Parlando con un archeologa ho capito l importanza del recupero dell animale integro prima di tutto per capirne la morte (con tutto l inquinamento che siamo in grado di procurare non sarebbe da escludere per qualcosa di ingurgitato) e poi per poterne studiare i particolari ed approfondire la conoscenza di uno degli animali più antichi ed innocui della terra.
E non meno importante la mancanza di rispetto verso questo essere vivente che si, è privo di vita ma è sicuramente meno animale di quelli che hanno fatto si che venisse abbandonato, massacrato e dimenticato fino ad oggi.
Perché infatti proprio oggi inizieranno le operazioni di recupero dello scheletro ormai sotterrato dalla sabbia che una volta ripulito verrà esposto agli occhi degli interessati nel comune di Sorso.
Sicuramente andrò a vederlo ed anche se tutto ciò che ne rimane è poco più di niente, ricorderò sempre quegli occhi e di come siano riusciti a farmi superare un grande traguardo non solo facendomi affrontare la mia paura ma aprendomi una diversa visione di questo speciale mammifero ed alimentando ora la mia curiosità nel conoscerlo meglio.
A questo punto colgo l occasione per nominarvi un libro che so essere molto interessante per la scoperta di qualche nozione su questi grandi animali...
Per me sarà uno dei regali per il mio compleanno e non vedo l ora di averlo tra le mani e leggerlo.
Per ora vi saluto lasciandovi qualche foto presa da internet e chissà che non riesca prima della fine dei lavori ad avvicinarmi ancora una volta alla balena e darle un ultimo saluto.
Con affetto.
Ciao Ale! Incuriosita da ciò che ci Hai annunciato su questo blog nn vedo l'ora di iniziare la lettura di questo romanzo...grazie!
RispondiEliminaCiao a te. È davvero una piccola perla. Appena lo avrai letto fammi sapere un tuo parere così da poterci confrontare
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