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mercoledì 21 agosto 2019

VILLETTE di CHARLOTTE BRONTE


E' l'ulimo romanzo scritto da Charlotte prima di morire appena sposata ed in attesa di otto mesi del suo primo figlio (a quanto pare una bimba).
Ma soprattutto è il primo ed unico romanzo scritto dopo la morte dei suoi amatissimi ed indispensabili fratelli che perirono tutti nel giro di pochi mesi l'uno dall'altro...
Di quali fratelli stiamo parlando?

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Ovviamente di Patrick Branwell, lasciatosi trascinare da una vita dissoluta e morto per il troppo bere;
Emily, il genio che scrisse Cime Tempestose, che durante il funerale del fratello prendendo freddo si ammalò senza volersi curare e perì solo 3 mesi dopo di lui;
Anne, l'autrice di Agnes Grey che tossì con cautela per non creare disturbo al punto da non far riconoscere la gravità della propria malattia e morire 4 giorni dopo esser stata portata in località marittima convinti potesse trarne giovamento.

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E queste morti non verranno mai nominate in maniera esplicita nel romanzo, ma ci sono sotto forma di velati fantasmi che inseguono il lettore pagina per pagina per far semplicemente sentire la loro presenza.

Charlotte conosce molto bene il vuoto incolmabile lasciato da chi non c è più e lo rielabora creando un personaggio al quale dona un nome che sia appropriato al sentimento dell'autrice mentre scrive e crea la storia... Lucie Snow.
Snow, neve, non sta per freddo, ma per quiete, per senso di calma, la tipica calma dell'inverno, che non uccide la natura ricoperta dalla gelida neve ma che la protegge preservando tutti i suoi profumi al di sotto del manto.

"Ma io adoravo la tranquillità e ricercavo così poco qualsiasi novità eccitante che, quando più tardi una novità sopraggiunse, quasi la considerai un fastidio e desiderai piuttosto che fosse rimasta lontano"


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Infatti Lucie potrebbe apparire fredda ma al suo interno ha il fuoco delle emozioni che stenta ad esporre, che sopprime e che in alcuni momenti bussano alla porta della sua mente per ricordarle che è viva ed umana.

"Non c è niente di più utile che considerare con moderazione tutto cià che fai; prmette alla mente e al corpo di restare tranquilli, laddove idee troppo grandiose non fanno altro che precipitare entrambi nella febbre."

Penserà e sarà convinta di essere innamorata del figlio della sua benefattrice, della sua madrina, che l'accoglie in casa come una figlia.
Innamorata di un giovane dottore troppo preso da se stesso per poterle rivolgere uno sguardo e troppo preso dal culto del bello per poterla trovare degna della sua attenzione; 
Lucie non è bella... Proprio come Jane Eyre, è una ragazza semplice, normale.
Niente splendide guance rosate , bocca carnosa e capelli lucenti sulle spalle.

" Le persone sagge dicono che è da folli pensare che qualcuno sia perfetto; e che, per quanto riguarda simpatie e avversioni, bisognerebbe essere amichevoli con tutti e non adorare nessuno."

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Charlotte non ama creare personaggi che facciano sognare con la loro bellezza, ma che diano emozioni con la loro essenza. E credo che questo sia uno di punti fondamentali della sua scrittura... narrare il normale.

"Senza possedere bellezza di tratti o eleganza di figura, piaceva. Pu senza gioventù o la graziosa allegria della gioventù, allietava. Non ci si stancava mai di guardarla: non era mai monotona, insipida, scolorita o banale."

Arriva al lettore proprio perchè tutte noi ci siamo sentite più di una volta Lucie Snow o Jane Eyre.
Ed anche quando Lucie inizia ad accorgersi della presenza non solo fisica ma mentale del professor Emanuel, ci sentiamo un po come lei... attratte da ciò che rappresenta il normale.

" Una volta, non conoscendolo e non amandolo, lo avevo considerato duro e strano, la sua bassa statura, la magra figura spigolosa, il colorito scuro, le maniere, tutto mi dispiaceva in lui. Ora, penetrata dal suo influsso e vievendo per il suo affetto, intuendo con l'intelletto il suo valore e col cuore la sua bontà, lo preferivo all'umanità intera."

Ma questo non è un romanzo dal lieto fine. Il padre di Charlotte la pregò di chiudere la storia in bellezza ma lei non si sentì di farlo, vista la tragedia di tristezza e morte che colpì i suoi fratelli.

Un romanzo molto più profondo di Jane Eyre.
Non ci sono azioni, ci sono sentimenti che descrivono le azioni e ti senti analizzato come da una seduta psichiatrica.

Come sempre i dialoghi sono eccellenti ed è incredibile come si riesca a detestare personaggi miti ed amare quelli tempestosi.
E sarà proprio una tempesta a chiudere il cerchio della storia.
Una tempesta descritta per farci provare il terrore nell'animo ed il tumulto della morte.
La stessa morte che ha segnato la vita dell'autrice verrà riportata in questo romanzo perchè deve essere così... non è un qualcosa che possa essere tralasciato... non dopo aver seppellito 5 fratelli ed una madre.

Anche in Villette il gotico compare sotto forma di presenza spettrale in soffitta. Gli occhi di una monaca relegata nel buio del sottotetto accompagneranno la storia sino al termine.
Il mistero, i fantasmi e le immense abitazioni vittoriane seguono di pari passo la narrazione dando quel tocco di inquietante caratteristico dell'epoca.

"Io, Lucie Snow, riconosco di esser priva di quell'immaginazione eccitata e impressionabile; ma ogni volta che, aprendo la porta di una stanza, la trovavo da sola, seduta in un angolo, la testa china tra le mani minuscole, la camera non mi sembrava abitata da un essere umano, ma piuttosto infestata da un fantasma."

L'ho amato più di Jane Eyre, mi è entrato nel cuore dalla prima pagina e l' ho letto con tutta l attenzione e la devozione che merita.

Spero come sempre di avervi incuriositi e spronati alla lettura e qualora lo leggiate, che possa darvi conforto come lo ha dato a me.

Con affetto


venerdì 2 agosto 2019

ECCO PERCHE'

Ma quanto è difficile stare dietro ad un blog?!
Quando iniziai non feci i conti con gli impegni della giornata che regalano poco tempo per occuparti del milione di cose che vorresti fare e che puntualmente riesci ad ultimare solo per 10%.
Nel mio caso queste milioni di cose si chiamano marito poco presente e bimbi piccoli.


Ed effettivamente avrei anche la possibilità qualche volta di stare al pc ed occuparmi di questo piccolo spazio di assoluto cazzeggio, ma la scelta tra stare qui e sul divano a leggere non ha competizione.
Come tutti i lettura-dipendenti appena mi rimane un secondo libero cerco l'attimo di silenzio per immergermi in favole da immagazzinare nella mia mente ma soprattutto nel mio cuore; ed in quest ultimo periodo devo dire d'aver azzeccato il mix perfetto tra sogno e realtà scoprendo mondi a me congeniali che mi regalano tante soddisfazioni.


Volete un esempio?
Beh, il mondo di Grazia Deledda è uno di questi.
Ho intenzione appena possibile di fare uno SPECIALE GRAZIA per riuscire finalmente a parlarvi di lei, della sua vita, delle suo opere e della sua Barbagia.
Ma sapevate che Canne al vento viene considerato uno dei pochissimi romanzi gotici scritti in Italia?!
La mia Grazia è riuscita a fare anche questo... 



E rimanendo in tema di romanzi gotici vorrei anche parlavi di Charlotte Bronte e della sua ossessione per le soffitte; sto leggendo infatti Villette che come Jane Eyre ospita un segreto nascosto in una vecchia ed umida soffitta... a quanto pare si tratta del fantasma di una monaca, ma ancora non voglio svelarvi troppo perchè io stessa devo imbattermi nella soluzione del mistero.
Quindi, sono convinta, sicura che prima o poi riuscirò ad ammorbarvi con le mie amate letture e spero tanto di trovarvi qui a darmi le vostre opinioni.

Con affetto